Le tre verità del Dottor Chiellini

NEL CORSO DI UNA LUNGA INTERVISTA A LA REPUBBLICA FANNO DISCUTERE ALCUNE FRASI DEL CAPITANO BIANCONERO

Capitan Chiellini si è sempre contraddistinto in campo per personalità e “garra” e fuori dal campo quasi mai sopra le righe. Un giocatore duro ma corretto, di quelli che probabilmente è meglio averli in squadra che contro. Un giocatore dal cuore grande, rude, duro, a volte scomposto ma sempre leale.

Rare le occasioni nelle quali si può parlare del difensore bianconero per brutti episodi che lo hanno visto protagonista. Qualcuno ricorderà il gesto con le dita ad indicare i soldi a seguito del rigore concesso al Real Madrid, poi trasformato da Cristiano Ronaldo, che eliminò la Juventus dalla Champions dopo una clamorosa rimonta.

Lì a mio avviso sbagliò, ma l’adrenalina del momento, anche in ragione della posta in palio e dell’impresa che stava per compiere l’allora Juventus di Max Allegri, giocarono un brutto scherzo, ma non per questo si può dipingere Chiellini come un giocatore scorretto.

La prima verità

Poi arrivano le parole di queste ore, quelle nelle quali il difensore bianconero dichiara di odiare sportivamente l’Inter e grazie a questa intensa rivalità sportiva di caricarsi maggiormente nel corso di ogni Derby d’Italia.

Apriti cielo, non l’avesse mai detto, ecco il tribunale dei social sputare sentenze, non solo tra i tifosi (e passi pure) addirittura nella schiera dei giornalisti filo nerazzurri secondo i quali parlare di odio nello sport è eticamente svilente.

Peccato davvero che per l’ennesima volta si è colta l’occasione per attaccare la Juventus ed un suo tesserato dimenticandosi completamente che nella lingua italiana ci sono avverbi, aggettivi, particelle che consentono, ad una frase, di avere il giusto significato. E in questo caso quel “sportivamente” posto tra i sostantivi “odio” e “Inter” dava il giusto valore al concetto.

Va da sé che in molti non sanno nemmeno che il buon Chiellini sia laureato e da bravo “Dottore” abbia anche una discreta capacità lessicale, cosa che evidentemente deve essere sfuggita agli stessi “giudici social” che ne hanno condannato la frase.

Ma fosse solo questo. Mi spieghino gli stessi paladini dell’etica, della morale e del buonismo perché non inneggiarono alla vergogna dopo le frasi di Materazzi verso la Juve o dello stesso Nainggolan? Lì, a memoria d’uomo, non ricordo nemmeno ci fosse piazzato uno “sportivamente” parlando tra “odio” e “Juventus”.

In virtù di tutto questo e in maniera più responsabile e sensata non ho trovato alcuna offesa nelle parole di Chiellini verso l’Inter ma una sana rivalità ed un grande spirito motivazionale, quello che evidentemente fa una grande differenza e permette alla Juve ed ai suoi tesserati di primeggiare praticamente da sempre in Italia.

La seconda verità

Nel suo libro “Io, Giorgio“, il Capitano juventino ha poi raccontato una seconda verità, che riguarda Mario Balotelli: “Mi ha deluso, veramente. Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. Nel 2013, in Confederations Cup contro il Brasile, non ci diede una mano in niente. Roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti”.

La terza verità

Sempre dalla sua autobiografia emerge la terza verità di Giorgio Chiellini: “Uno anche peggiore di Balotelli era Felipe Melo: il peggio del peggio. Non sopporto gli irrispettosi, quelli che vogliono essere sempre il contrario degli altri. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia“.

Conclusioni

Ora, che la prima sia una verità accettabile e che non avrebbe meritato lezioni di etica e morale, mi sembrerebbe evidente. Che la seconda non racconti nulla di nuovo e che vada a braccetto con le mille e più esternazioni fatte da diversi colleghi che nel corso di questi anni hanno riguardato Super Mario anche, infine che la terza verità, sia lo specchio della carriera del brasiliano che vestì il bianconero dal 2009 al 2011, è altrettanto lapalissiano.

Per correttezza morale devo però ammettere che ritengo di per sé le autobiografie di atleti ancora in attività fondamentalmente una forzatura e queste ultime due verità, per quanto giuste e sincere, non fanno che confermare questo mio pensiero. È vero che Chiellini sia ormai giunto all’epilogo della sua carriera ma è altresì vero che queste siano situazioni delicate che, a parer mio, dovrebbero rappresentare sempre l’autobiografia di un atleta nel racconto di quella che fu la sua carriera.

Per questo sulla prima verità vedo solo tanta ipocrisia e falso moralismo da chi fino a ieri inneggiava al Materazzi di turno, per contro le altre due verità, seppur figlie del suo sentimento, in questo momento specifico avrei preferito non fossero emerse.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

2 Risposte a “Le tre verità del Dottor Chiellini”

  1. Da tifoso romanista sono completamente d’accordo con quello che hai scritto, specialmente col fatto che certe cose dovrebbero essere rese pubbliche in un altro momento.

    1. Sì, io credo che al di là delle verità e del fatto che se uno scrive un’autobiografia è normale trovare di questi aneddoti, le autobiografie stesse andrebbero pubblicate a carriera conclusa. Ma immagino anche che la casa editrice se ne infischi e necessiti di vendere copie da subito.

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